Tutti mi dicevano “Non si può arrivare a 24 anni senza aver letto Il nome della Rosa”.
A queste accuse io rispondo che sì, ci si può arrivare ed anche in buona salute. Non è mia intenzione screditare un libro, che – anzi – non lo merita, sono solo del parere che a volte si tenda ad idolatrare troppo un romanzo/autore. Il nome della rosa è sì una lettura piacevole e ben strutturata, ma a mio avviso non è così imprescindibile come si vuol far credere.
La trama la conoscono tutti. Anno Domini 1327, una serie di omicidi scatena il panico in un monastero così, l’abate decide di affidare il caso a un dotto francescano (Guglielmo da Baskerville) ed al suo aiutante, Adso da Melk. Le vicende si snodano scandite dai tempi monastici, in 7 giorni che segneranno la vita di Adso così profondamente da spingerlo a scrivere e raccontare tutto in una lunga lettera.
Il racconto è avvincente e il contesto storico è ben ricostruito. Magistrali alcuni passaggi in cui si fa luce sui metodi dell’Inquisizione o in cui si offre una panoramica delle eresie. Ho trovato un po’ ridondanti e fin troppo limati alcuni discorsi in cui mi è parso di leggere il desiderio di autocompiacimento di Eco; assolo che poco servivano all’economia della storia.
Un romanzo che merita di esser letto, che sicuramente arricchirà le vostre librerie e di cui potete fare a meno per 24 anni. Però, ecco, al venticinquesimo anno di vita – qualora abbiate voglia di un buon libro – prendetelo tra le mani.
Antonio ha detto:
Consolatoria, considerando che non l’ho letto e ahimé ho più di 24 anni 🙂
chiaramm88 ha detto:
si, confermo quanto già detto. Ci sono libri altrettanto validi in giro ma non considerati altrettanto “imprescindibili”
Francesca Tomei ha detto:
Ahah al venticinquesimo ci sto per arrivare, senza aver letto “Il nome della Rosa” (per la verità, una volta, diversi anni fa, iniziai a leggerlo ma dopo poche pagine mi arresi alla ridondanza di cui tu stessa parli). Lo leggerò, sì, è un classico, ma forse lo rimanderò al ventiseiesimo compleanno!
chiaramm88 ha detto:
ti dovrai armare di gran pazienza. è una lettura che è andata a rilento per quanto mi riguarda… grazie al cielo l’ho destinata ad un viaggio in treno (rientro dalle vacanze di natale) quindi circa 150 pagine l’ho lette tutte assieme, altrimenti non lo avrei finito più (mea culpa)
CJ ha detto:
Io ho superato i 30 senza averlo ancora letto. Ho letto invece “il pendolo di Foucault” dove la quantità di “fuffa” è dell’ordine delle tonnellate. Sembra che questi due siano i libri più leggibili di Eco….
chiaramm88 ha detto:
Andiamo bene… allora forse mi concederò solo “Il pendolo di Foucault” se mi dovesse capitare sotto mano… altrimenti saluto il professore definitivamente.
debris65 ha detto:
Mah…forse oggi non è imprescindibile ma posso garantirvi, avendolo letto alla sua uscita, così denuncio anche la mia età, che all’epoca non era certocosì..aveva ed ha ancorauna sua forza ed uno spessore grandissimo…Certo come accenna Chiara ci sono dei problemini interni al romanzo e le prime 50 pagine sono lunghette a passare ( e non solo quelle)..Nello scenario di oggi dominato da decine di opere ambientate nel mondo meievale, più e meno valide, ( ed alcune validissime sia chiaro! Di acqua ne è passata anche dai tempi della Commedia di dante per capirsi ) è probabile che i difetti appaiano maggiori dei pregi…
chiaramm88 ha detto:
Mi trovi pienamente d’accordo, nel senso che credo che ogni libro vada inquadrato nel contesto in cui è stato scritto. Comunque sono del parere che ancora adesso abbia una grande forza ed un grande spessore 😉